venerdì 30 ottobre 2009

Ricatto d'amore


E' ormai ben noto quanto la commedia romantica sia un genere sempre predisposto a portare a casa incassi cospicui, negli USA più che mai. E' però uno tipo di film ormai stantìo, che spesso (diciamo pure sempre...) sprofonda nella scontatezza. Forse è proprio questo ciò che piace allo spettattore medio: sapere cosa aspettarsi vuoldire poter scegliere un film ed essere sicuri di ciò che si andrà a vedere.
La pellicola di Anne Fletcher Ricatto d'amore, acclamata non si sa come da una larga parte del pubblico e persino dalla critica, incappa proprio negli errori e nei problemi tipici di questo tipo di film. La spietata caporedattrice Margaret (Sandra Bullock, sempre uguale a sè stessa) per evitare di essere rimpatriata nel suo nativo Canada a causa di un visto scaduto, decide di obbligare il suo assistente Andrew (il convincente Ryan Reynolds) , da lei vessato da anni (ma che è, Il Diavolo veste Prada?) a sposarla, con la minaccia del licenziamento. Come prevedibile, seguirà un viaggio in Alaska per conoscere la famiglia di Andrew, composta ovviamente da: nonnina arzilla e simpatica, padre burbero e brontolone e madre amorfa di cui non si comprende bene il ruolo. Il film procede poi verso la classica conclusione.
Leggendo varie recensioni, ci si rende conto che ciò che è stato maggiormente apprezzato della pellicola è l'alchimia tra Reynolds e la Bullock. Il problema è che questa tanto decantata alchimia e pressochè inesistente, si fatica davvero a credere che tra i due protagonisti ci sia un rapporto autentico, oltretutto l'innamoramento dei due è praticamente improvviso, e accade nel giro di pochi minuti. C'è da dire che Reynolds dimostra un notevole senso dell'umorismo e la sua simpatia riesce a risollevare i momenti mosci (tutti?) dell'opera.
Anche Sandra Bullock, abituata a questo tipo di film, riesce a cavarsela con un personaggio scritto malissimo e con spessore pari a 0.
Il ruolo della nonna di Andrew, interpretato dalla simpatica veterana Betty White, dovrebbe fungere da risorsa comica ma invece sembra quasi uscito da una parodia mal riuscita di Un amore tutto suo (film già pessimo di suo), mentre non si capisce la necessità di chiamare un premio Oscar come Mary Steenburgen per un ruolo così marginale come quello della madre di Andrew. Nei panni del padre del protagonista troviamo Craig T. Nelson, che aveva praticamente interpretato lo stesso personaggio in La neve nel cuore. Tra gli altri, spicca, più per bellezza e per frescezza che per doti recitative, Malin Akerman nei panni dell'ex-ragazza di Andrew, ovviamente una Barbie maestrina bionda che in teoria avrebbe dovuto rivaleggiare con la Bullock per il cuore del ragazzo, un conflitto che sarebbe potuto risultare interessante ma che non viene sfruttato affatto.
E' da lodare l'ambientazione scelta per il film, ovvero l'Alaska, che fornisce un minimo di originalità a questa pellicola. Per il resto, il Nulla.

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